Figlio del Caos

Informazioni sul mio involontario soggiorno sulla terra

Un giorno di giugno caddi come una lucciola sotto un gran pino solitario in una campagna d’olivi saraceni affacciata agli orli di un altipiano d’argille azzurre sul mare africano. Si sa le lucciole come sono. La notte, il suo nero, pare lo faccia per esse che, volando non si sa dove, ora qua ora là vi aprono un momento quel loro languido sprazzo verde. Qualcuna ogni tanto cade e si vede sì e no quel suo verde sospiro di luce in terra che pare perdutamente lontano. Così io caddi quella notte di giugno, che tant’altre lucciole gialle baluginavano su un colle dov’era una città la quale in quell’anno pativa una grande moria. Per uno spavento che si era preso a causa di questa grande moria, mia madre mi metteva al mondo prima del tempo previsto, in quella solitaria campagna lontana dove si era rifugiata.

(Luigi Pirandello: I frammenti postumi (1)

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