SCINTILLAE

Indice Iniziazióne (initiatio-onis)

I. Timpano. II. La différance. III. «Ousia e grammé». Nota su una nota di «Sein und Zeit». IV. Il pozzo e la piramide. Introduzione alla semiologia di Hegel. V. Fini dell’uomo. VI. Il circolo linguistico di Ginevra. VII. La forma e il voler-dire. VIII. Il supplemento di copula. La filosofia innanzi la linguistica. IX. La mitologia bianca. La metafora nel testo filosofico. X. «Qual quelle». Le fonti di Valéry. XI. Firma evento contesto.

SCAENARUM

La scommessa di Robert Musil

L’uomo senza qualità, l’uomo senza particolarità, l’uomo senza essenza. Un eroe dello spirito alla ricerca di un’avventura pienamente intellettuale: l’uomo privato di sé stesso, che non vuole accogliere per sé, come elemento caratterizzante, l’insieme di “particolarità” che gli vengono da fuori e che quasi tutti gli esseri umani identificano ingenuamente con la loro pura anima segreta.

Ci sono stati anni, pochi per la verità, nei quali è parso che l’esperienza letteraria di Robert Musil potesse costituire una deflagrazione per il Lettore del Ventesimo Secolo, sospingerlo fanaticamente verso parametri di essenziale e assoluta primazia, alla stregua di traiettorie inattese e sorprendenti che il ‘900 stava già incidendo nell’effigie di scrittori come Proust, Kafka o Joyce, concentrando in particolare nel romanzo maggiore, nelle Tre Sezioni de L’Uomo senza qualità…

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Roberto De Monticelli e l’identità del critico teatrale

Bertolt Brecht e Roland Barthes

«APERTA QUOTES»

Maurice Blanchot e Roberto Bazlen

Del mio desiderio di non pensare più a Blanchot per qualche anno, ti ho scritto sei mesi fa, da Venezia…

«Non ricordo con esattezza tutto quello che ho scritto, ma ricordo benissimo che tra gli elementi negativi che ti ho elencato (ce n’erano anche dei positivi), c’era il senso di inconsistenza che mi dànno certe sue jongleries, certi suoi giri a vuoto, intorno a solidificazioni come il désir e la nuit e l’angoisse e quella mort che ti raccomando particolarmente…

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SECRETUS RECESSUS

“Casa d’altri”, Silvio D’Arzo, il racconto perfetto, la regola del Dio inutile

In mezzo a tutto quel silenzio e a quel freddo e a quel livido e a quell’immobilità un poco tragica, l’unica cosa viva era lei: Zelinda.

La Guerra è finita, il Tragico può avere inizio. È suonata la campana del Dopoguerra nella landa desolata di un minuscolo borgo dell’Appennino tosco-emiliano chiamato Montelice, dove le vite sono ridotte a parvenze, “gli uomini sono ai pascoli e non tornano prima di notte, le donne fanno legna qua e là, e nevica e piove,…
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Essentialĭtas

Perché non possiamo dirci artisti

Primato dell’arte critica: Thomas Mann, Samuel Beckett, Martin Heidegger

Se ponessimo accanto alla parola filosofia la parola teatro, il finale heideggeriano apparirebbe così: «La filosofia (il teatro) si mette in moto soltanto attraverso un particolare salto della propria esistenza dentro le possibilità fondamentali dell’esserci nella sua totalità; quindi il lasciarsi andare al niente, cioè il liberarsi dagli idoli che ciascuno ha e con i quali è solito evadere…

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Entelechie

Vague Nouvelle

Lettere