Il regista argonauta e l’attore esausto discutono e “patteggiano” la volontà di “rappresentare”: che cosa?
Bertolt Brecht
Bertolt Brecht e Roland Barthes
«Nell’ordine brechtiano non c’è eredità se non invertita: morto il figlio, la madre lo ricomincia, lo continua, come se fosse lei il giovane germoglio, la nuova foglia chiamata ad aprirsi. Così questo vecchio tema del ricambio, che ha alimentato tanti drammi eroico-borghesi, non ha più alcun contenuto antropologico»
Giorgio Strehler e Roberto De Monticelli
Dentro Strehler c’è questo rovello, fatto di ritorni continui sulle cose già dette e rappresentate e che bisogna dire e rappresentare meglio, i colloqui-meditazione con i fantasmi degli spettacoli da fare, la nevrosi dissociante, tipica d’ogni autentico uomo d’immaginazione, fra l’atto fantastico e l’atto vissuto, cioè fra il Teatro e il Mondo…