«Chi è costui che sanza morte / va per lo regno de la morta gente?» Conversione e Rivelazione, Poesia e Filosofia Viaggio a Beatrice: la meta sulla vetta, l’arco della vita Dante nel vestibolo dei nostri frammenti: Hölderlin, Heidegger, Mann, Pareyson, Blanchot, Derrida «L’acqua ch’io prendo già mai non si corse»
Martin Heidegger
Estetica dell’ombra, della decadenza, della dannazione, del riscatto. Conversazione con Ferruccio Masini (1988)
Perché non possiamo dirci artisti
Se ponessimo accanto alla parola filosofia la parola teatro, il finale heideggeriano apparirebbe così: «La filosofia (il teatro) si mette in moto soltanto attraverso un particolare salto della propria esistenza dentro le possibilità fondamentali dell’esserci nella sua totalità; quindi il lasciarsi andare al niente, cioè il liberarsi dagli idoli che ciascuno ha e con i quali è solito evadere…
«Non suonare la nota, pensala soltanto» (Glenn Gould)
Con Gould – attraverso Gould – si pone il tema musica pensata e musica eseguita, il contrappunto come autonomia, sovranità indipendenza delle “voci”, spersonalizzazione dell’Io pianistico. Prima di suonare, di attaccare il brano “scelto” e lungamente “cercato”, il pianista è chiamato a “meditare”, ovvero – volendo assumere questo verbo in chiave heideggeriana – deve esporsi sull’abisso della domanda…