Il regista argonauta e l’attore esausto discutono e “patteggiano” la volontà di “rappresentare”: che cosa?
Teatro
Appendice a “L’ultimo nastro di Krapp”
«Parole mie che per lo mondo siete» L’Inferno di Dante raccontato e commentato in Lingua sarda
Un “esperimento” che tiene insieme due elementi “forti”: la “Commedia dantesca – di per sé esperienza di scrittura poetica di sconcertante problematicità ed ampiezza – con una Lingua “cristallizzata” ma suscettibile di variazioni e “varianti” come la Lingua sarda.
2019: l’anno di Giaime Pintor Una giovinezza pallida e furente
«Senza la guerra sarei rimasto un intellettuale con interessi prevalentemente letterari, avrei discusso i problemi dell’ordine politico, ma soprattutto avrei cercato nella storia dell’uomo solo le ragioni di un profondo interesse, e l’incontro con una ragazza o un impulso qualunque alla fantasia avrebbe contato per me più di ogni partito o dottrina»
Carmelo Bene Il principe cestinato Anno 1976
Parole senza corpo, Sottrazione Assenza Ricerca del vuoto: pura negatività, puro Nulla, La Forma è l’urgenza, La Scena è pura forma, Teatro della crisi e non crisi del teatro, L’immaginazione imita, lo spirito critico crea…
Roberto De Monticelli e l’identità del critico teatrale
«L’attore italiano non sa più come definirsi. Non è, la sua, un’angoscia nominalistica, non è più questione di parole o di formule. È proprio l’immagine di sé che gli è, paradossalmente, ignota; o che gli si è andata oscurando e confondendo, sfumando in una serie di altre possibilità, apparenze, ipotesi e funzioni, man mano che egli acquistava – sembra una contraddizione ma non lo è – una sempre maggiore consapevolezza critica del proprio lavoro e del potere che, nella società, gliene deriva»
Bertolt Brecht e Roland Barthes
«Nell’ordine brechtiano non c’è eredità se non invertita: morto il figlio, la madre lo ricomincia, lo continua, come se fosse lei il giovane germoglio, la nuova foglia chiamata ad aprirsi. Così questo vecchio tema del ricambio, che ha alimentato tanti drammi eroico-borghesi, non ha più alcun contenuto antropologico»
Giorgio Strehler e Roberto De Monticelli
Dentro Strehler c’è questo rovello, fatto di ritorni continui sulle cose già dette e rappresentate e che bisogna dire e rappresentare meglio, i colloqui-meditazione con i fantasmi degli spettacoli da fare, la nevrosi dissociante, tipica d’ogni autentico uomo d’immaginazione, fra l’atto fantastico e l’atto vissuto, cioè fra il Teatro e il Mondo…
Joseph Losey e Franco Solinas: Mr. Klein
La vita “vera” la possiede chi, seppur nell’ombra, si fa soggetto di Storia e non chi ne vive i “riflessi”, non chi di quella Storia è soltanto un pallido relitto, segregato tra le mura di casa, inebriato dalla penombra dei dipinti della propria collezione, tenutario di feticci e fantasmi del tempo che non muta…